All'interno del deposito dell'Associazione Verbano Express, sul lato svizzero della stazione di Luino, per anni si è potuta intravvedere una enorme locomotiva dipinta di verde scuro. Si trattava della Be 4/6 12339. Ma cosa ci faceva lì questa macchina delle Ferrovie Federali Svizzere? Dove è finita ora?
Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro nel tempo fino al 1976, anno in cui sparirono dalla scena due locomotive che avevano fatto la storia delle ferrovie europee: le E431 in Italia e le Be 4/6 in Svizzera.
Le E431, risalenti al 1922, sono locomotive progettate per il sistema di elettrificazione trifase, il primo utilizzato dalle FS. Grazie alla loro velocità massima di 100 km/h avevano prestato servizio per anni lungo la linea tirrenica ligure. A partire dal 1950 le FS avevano cominciato a dismettere il sistema trifase, sostituendolo con l'elettrificazione in corrente continua. La conversione si concluse nel 1976 e impose il ritiro dal servizio di tutti i gruppi trifase, tra cui le E431.
Le Be 4/6 invece risalgono al 1920 e sono le prime locomotive elettriche delle FFS. Erano state progettate per la linea del San Gottardo, i cui lavori di elettrificazione erano iniziati nel 1919. Non velocissime (75 km/h), potevano però affrontare le ripide rampe di montagna grazie ad una massa e potenza elevate per la loro epoca. Negli anni Cinquanta, con l'introduzione delle Ae 6/6, erano state relegate a linee meno impegnative, per poi essere definitivamente radiate tra il 1965 ed il 1976.
Nel 1976 cadeva anche l'anniversario dell'elettrificazione in trifase della linea del Sempione, e così le FS italiane e le FFS svizzere decisero di celebrare l'avvento con uno scambio di materiale storico: la Be 4/6 12339 venne portata in Italia con l'idea di esporla al Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa. La E432.037 venne invece portata al Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna.
Ma, mentre la E431 faceva bella mostra di sé in Svizzera, la Be 4/6 venne chiusa nella rimessa di Voghera e lì abbandonata. Nel 1995 l'Associazione Verbano Express riuscì ad acquistarla e a farla trasferire a Luino. Qui venne sottoposta ad un accurato restauro estetico che cancellò i segni lasciati da anni di incuria.
Nel 2009 la locomotiva fu acquistata dall'associazione SwissTrain, che intende procedere ad un suo restauro funzionale. Il trasferimento da Luino venne effettuato il 18 aprile 2010, giorno successivo all'arrivo della Br. 50 3673: la stessa elettromotrice OeBB RBe 205 (ex SBB RBe 4/4 1421) che aveva scorato la locomotiva tedesca a Luino si occupò di trainare la Be 4/6 12339 fino al deposito di Le Locle, presso Neuchâtel.
Bisogna del resto dire che anche la E431.037 aveva nel frattempo cambiato casa: dal 1989 è esposta al Museo della Tecnica di Spira, in Germania.
La Be 4/6 12339 si prepara a lasciare Luino per la sua nuova residenza a Le Locle. Qui vediamo la locomotiva manovrata dall'elettromotrice OeBB RBe 205. Luino, 17 aprile 2010.
Vista laterale della Be 4/6 12339. Come si vede la locomotiva ha due assi portanti alle estremità e quattro assi motori accoppiati a due a due mediante bielle. Ciascuna biella di trasmissione riceve il moto da un asse cieco azionato da una coppia di motori elettrici connessi in serie. Tra il terzo e il quarto asse si nota il magnete del sistema di segnalamento Integra-Signum.
Al centro della cabina AT è alloggiato l'interruttore rapido e un grande trasformatore dotato di sistema di raffreddamento ad olio, le cui serpentine sono ben visibili sulle fiancate. Sopra i motori si trovano i rispettivi invertitori elettromeccanici. Alle estremità le cabine di manovra, corte e piuttosto anguste.
Sull'imperiale si notano i due pantografi; all'estremità, i cofani che alloggiano i reostati del circuito di frenatura elettrica dissipativa. La locomotiva non era invece dotata di frenatura rigenerativa.
Un particolare della trasmissione della Be 4/6 12339. A sinistra l'asse cavo, a destra una delle ruote motrici di grande diametro. Il dispositivo in alto, azionato da una bielletta, dovrebbe essere collegato all'uomo morto. Luino, 17 aprile 2010.
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