Un'escursione lungo la storica ferrovia del San Gottardo, nello scenario delle Alpi Svizzere. Un'ultima occasione per immortalarla nel suo momento di massimo splendore, prima che il tunnel di base le sottragga gran parte del traffico.
Gotthardbahn, la ferrovia del San Gottardo. Duecento chilometri di binari che dal 1882 collegano tra loro il Nord e il Sud dell'Europa, attraversando le Alpi Svizzere. Una grandiosa porta scavata nel granito che si schiude sulle meraviglie dell'Italia. Una sfida alla natura selvaggia della montagna, costata immani fatiche e la perdita di molte vite, di umili operai come di grandi ingegneri.
Una sfida vinta con un ingegno e un'inventiva che ancora oggi lasciano sorpresi: la ferrovia sale sui monti lenta ma implacabile, ventisei metri ogni chilometro. Un attimo corre nel fondovalle, l'istante dopo si appoggia al fianco scosceso di una montagna. Salta da un lato all'altro della valle con un ponte spettacolare, scompare in galleria, ricompare dove meno te l'aspetti. Supera i dislivelli più impegnativi avvolgendosi su se stessa, girando e rigirando intorno allo stesso punto, salendo in lunghe spirali.
Oggi, più di un secolo dopo l'apertura della linea, l'uomo ha lanciato una nuova sfida alla montagna. Si chiama Gotthard Base Tunnel: cinquanta chilometri di galleria, due canne che da Biasca arrivano dritte dritte a Erstfeld. Niente pendenze, niente ponti, niente curve, niente stazioni intermedie. Gran parte del traffico passerà lì sotto, invisibile ai più. Si risparmierà tempo e denaro, si inquinerà di meno; ma i panorami della Leventina e delle valle del Reuss spariranno dai finestrini, sostituiti dall'oscurità totale.
In queste pagine ho provato a raccontare e fotografare la linea del Gottardo nei suoi ultimi momenti di gloria e la profonda trasformazione che sta per cambiarne per sempre il volto.
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